Tutti all’Inferno – Giorgia Sitta

Ti piace? Condividilo!
IL GIUDIZIO:

tutti all'inferno saggio di giorgia sitta edito da le due torri

Tutti all’Inferno è un augurio, che ognuno di voi possa trovare nel proprio inconscio i suoi Talenti, la propria strada verso il Sé, la propria Anima che lo porterà a vivere con gioia e gratitudine ogni giorno della sua vita.

Oddio, un altro?!

Tutti all’Inferno di Giorgia Sitta è un saggio che ha come oggetto la prima cantica della Divina Commedia…
Oh sì, so a che cosa state pensando: “Santo cielo, un altro libro su Dante?!”
Uhm… non proprio.
Già, perché non è affatto il “solito libro” sulla Divina Commedia. Tutti all’Inferno non è la classica parafrasi storica e culturale alla Vittorio Sermonti (dantista eccezionale che vi raccomando con tutto il cuore di leggere), e non è nemmeno una fantasiosa rielaborazione alla Francesco Fioretti (che invece vi raccomando con tutto il cuore di lasciar perdere).
Ma che cos’è, allora?
È un libro terapeutico.
Sì, avete capito bene. Giorgia Sitta infatti è una psicologa clinica, una psicoanalista junghiana e un’appassionata di alchimia trasformativa, e il suo scopo è usare l’Inferno dantesco e i suoi personaggi come, cito testualmente, “uno strumento di lavoro su di sé quotidiano”. Nello specifico, la Sitta con il suo libro vuole aiutarci “ad uscire dalla meccanicità nella quale siamo immersi”, e a trovare nel nostro inconscio i Talenti, ovvero quei “doni dell’Anima” che ogni persona custodisce in sé, spesso inconsapevolmente.
Riassumendo, Giorgia Sitta vuole restituirci le redini della nostra vita, rendendoci consapevoli dei nostri errori e “peccati”, e indicandoci la via per trasformarli in occasioni di crescita personale.

È questa la ragione per cui il saggio si concentra sull’Inferno e non sulle altre cantiche: prima di accedere al Paradiso” ci tocca guardare in faccia il nostro lato più oscuro, è necessario cioè “incontrare la propria Ombra”.

Il nostro Minosse interiore

Ma adesso basta con le chiacchiere, e facciamo subito qualche esempio del modo in cui la Sitta ci restituisce le redini della nostra vita, vi va? Ebbene, a un certo punto del saggio l’autrice menziona il celebre incontro fra Dante e Minosse, il quale cerca di distogliere il Poeta dal suo intento di entrare da vivo nel regno dei morti. L’autrice utilizza questo episodio per farci notare che anche noi abbiamo un Minosse interiore che tenta di dissuaderci dall’andare avanti con i nostri progetti, ricordandoci tutte le volte in cui abbiamo fallito in precedenza. Un vero e proprio boicottatore davanti al quale molti di noi più volte desistono, si fanno intimorire e gettano la spugna, spesso attribuendo la colpa di ciò che accade agli altri, alle condizioni esterne, alle avversità, e così via…
A questo punto Giorgia Sitta ci assegna qualche esercizio per imparare a difenderci dal nostro Minosse interiore. In particolare, ci invita a riflettere su tutte le volte in cui ci arrestiamo di fronte alle seguenti affermazioni, insegnandoci così a riconoscere (e perciò a evitare) le strategie con cui ci autosabotiamo:

• “Fino ad oggi non c’è mai riuscito nessuno”
• “Le percentuali di riuscita sono minime”
• “Se fino ad ora nessuno ha mai fatto diversamente, non ci riuscirò nemmeno io”

Tanto per me è uguale

Un altro esempio, forza, e stavolta i protagonisti sono gli ignavi, ovvero coloro che non decidono mai, che hanno una volontà debole o che si sottomettono, obbedendo senza pensare, ad autorità esterne anche se ciò va contro i loro principi morali.
Come ci spiega l’autrice, facendo riferimento ad un noto esperimento condotto dallo psicologo Stanley Milgram nel 1961, “[l]a nostra società abbonda di ignavi, di persone che non scelgono e che lasciano la responsabilità della decisione ad altri, che hanno bisogno che qualcuno dica loro come è necessario vestirsi, comportarsi, che cosa è alla moda e che cosa non lo è”.
Ecco… per uscire da questo “peccato” occorre sforzarsi di prendere decisioni. Come si fa? Di nuovo, ponendosi delle domande: in questo modo, possiamo riconoscere il momento in cui stiamo per scivolare nell’ignavia e abbiamo la possibilità di correggere il nostro comportamento in tempo. Ad esempio, la Sitta ci suggerisce di domandarci:

In quali situazioni delego la decisione agli altri?

O ancora:

Quali sono le situazioni nelle quali non ho il coraggio di scegliere per paura di far soffrire qualcuno?

Non è solo sesso…

Vogliamo fare un altro esempio? Che cosa ne dite della lussuria? Un discorso mooolto stimolante, non trovate?
La lussuria”, dice l’autrice in una sua conferenza, “è un peccato da trascinamento”, significa cioè che i lussuriosi vengono trascinati dalla vita, dalle passioni, dalle tempeste emotive, ma senza discernimento. I più celebri lussuriosi sono Paolo e Francesca (sappiamo tutti chi sono, vero?), amanti fedifraghi che amarono senza responsabilità, trascinati soltanto dagli impulsi e dalla passione. Per essere chiari, Paolo e Francesca non sono finiti all’Inferno per il loro amore adultero, ma perché non si sono assunti la responsabilità delle conseguenze delle loro azioni. Tant’è che Francesca continua a pensare di essere una vittima e, su esplicita richiesta di Dante, risponde che galeotto fu il libro e chi lo scrisse… naturalmente Paolo, invece di assumersi una benché minima co-responsabilità, fa finta di niente e rimane in silenzio. Questo atteggiamento, scrive la Sitta, “esprime chiaramente che cosa vuol dire essere nello stato infernale: non sono responsabile di ciò che accade”.
Ovviamente il discorso non è circoscritto alla sfera sessuale! Nella vita quotidiana la lussuria può essere rappresentata da ciò che è piacevole, fa star bene, procura godimento non solo nel corpo, e al contempo ci trascina, ci distrae, ci allontana dal nostro progetto, ci fa tradire noi stessi, ci fa tralasciare qualcosa d’importante per noi… ad esempio, pensate un po’, è lussuria perfino il passare troppo tempo sui social.
Anche in questo caso dobbiamo evitare di cadere in un automatismo e assumere il controllo della situazione, e per farlo ecco che l’autrice giunge in nostro soccorso con le sue domande, come:

Da che cosa mi lascio sedurre, abbandonando i miei obiettivi?
Come perdo tempo, da che cosa mi faccio distrarre?
Quali sono le situazioni, le cose o le persone che mi fanno star bene, ma che mi allontanano dal mio progetto di vita?

Tutti all’Inferno, con amore

Allora… per i più tenaci di voi che hanno avuto la pazienza di seguirmi fin qui, mi avvio a concludere questa recensione lasciandovi il mio parere personale.
Personalmente, ho trovato questo saggio molto piacevole da leggere. Non è né facile né scontato capire in anticipo che cosa si trova e prova inoltrandoci negli abissi nel nostro inconscio, ma la mano di Giorgia Sitta è una guida ferma e sicura, e gli esercizi pratici che ci offre in ogni capitolo sono davvero efficaci: non dico che vi faranno uscire dal vostro Inferno personale (per quello ci vuole tanta, taaaanta forza di volontà), ma di certo vi indicheranno con precisione la strada.
E varrà sicuramente la pena intraprenderla, perché, come dice l’autrice: “L’unico peccato che noi compiamo nella nostra vita è quello di non manifestare la nostra anima”.
Adesso tocca a voi: siete pronti ad affrontare il viaggio? Sì?
Bene, e allora… andate tutti all’Inferno!

Serena

Ciao! Sono Serena, e dal 2024 sono la prima collaboratrice de "Il pesciolino d'argento". Amo la letteratura, la storia, l'arte e i suoi simbolismi.

Potrebbero interessarti anche...

Che cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Una risposta

  1. Francesca ha detto:

    Sono pronta per leggere il libro e affrontare il viaggio!