Siate ribelli, praticate gentilezza – Saverio Tommasi
Per fare il video sul BDSM mi sono fatto frustare le chiappe nude per settanta volte consecutive, perché volevo raccontare il BDSM non solo con i racconti degli altri, ma con un racconto mio, in prima persona.
[…] l’ultimo giorno di riprese ero lì, chiuso nel Dungeon, immaginate un bacherozzo in mutande con tanti nei sulla schiena, ecco, quello ero io in mezzo alla stanza.
Consigli di un bacherozzo in mutande
E la settantunesima, non consecutiva, gliela offre Il pesciolino d’argento. Bentrovati lettori, oggi consideriamo Siate ribelli, praticate gentilezza, ossia il consiglio spassionato che il giornalista Saverio Tommasi rivolge alle figlie. Sì, capito bene: come assicura la quarta di copertina, il libro si presenta proprio come una lettera ricca di raccomandazioni e confidenze che Tommasi scrive per preparare la sua prole al mondo, ai suoi orrori e anche alle sue bellezze. Ma non so di preciso a quale delle due categorie appartengano i “bacherozzi in mutande”.
Solitamente, dei romanzi descrivo in poche parole la trama: questo non è un romanzo, ma c’è pur sempre qualcosa di simile a una trama. Eccola. Tommasi usa le figlie soltanto come esca sentimentale, poi, dopo aver accalappiato il più largo numero di lettori dal cuore tenero, coglie l’occasione per “rimanere in mutande” autoincensandosi, parlando del suo lavoro, dei suoi servizi e delle sue idee. Fine. Pensate mi sia fatta un’idea troppo negativa? Leggiamo:
Un giorno, durante un compleanno, ho fatto una prova. Ho chiesto a cinque amici di Caterina se sapevano che lavoro facessi. […]
Si va da: «È come un politico» a «Scrive su Internet». Un bambino mi ha risposto: «È un giornalista famoso». E io mi sono fatto un selfie con lui.
Il maneggione di Facebook
Sì, direte, Tommasi sarà pure il protagonista, ma ci sono anche delle coprotagoniste, dopotutto. Vi do ragione, le idee di Tommasi sono coprotagoniste, senza dubbio. Il nostro ce le presenta un po’ subdolamente: infatti, sfruttando il pretesto di rivolgersi alle sue bambine, con furbizia affronta tematiche importanti e complesse, ad esempio il razzismo, il bullismo, l’immigrazione e il fascismo, in maniera straordinariamente semplicistica. Perché affaticarsi cercando di capire le sfumature metafisiche della realtà? È sufficiente banalizzare e ridurre il tutto a una battaglia tra “buoni” e “cattivi che non amano i colori scuri”. Sua figlia Caterina, ad esempio, è evidentemente buona e giusta perché non disdegna di giocare con un bambolotto dalla pelle d’ebano; e da ciò Tommasi è anche in grado di predire il futuro orientamento politico della bambina:
Tu che giochi sia con la bambola bianca che con la bambola nera (e questo mi fa ben sperare che non sarai leghista).
Comincia a venirmi il sospetto che il nostro non abbia scritto un libro, bensì l’ennesimo post da maneggione di Facebook, perché mi sembra di capire che slogan e frasi ad effetto si siano seduti nei posti riservati alle argomentazioni, alle riflessioni e ai contenuti originali. Uno stile di scrittura d’altronde molto simile a quello di Guido Saraceni, un altro… autore che prima di esser tale già godeva di una certa popolarità su Facebook. Non posso però supporre niente di male, è certamente un caso che entrambi nei loro libri colgano l’occasione per sfogarsi contro gli hater che rendono la vita tanto difficile. Sicuramente si tratta di un topos letterario che mi sfugge, forse perché non ho una conoscenza così approfondita della letteratura aulica delle origini.
Quello che feci con questo libro…
Torniamo a noi. D’accordo la filosofia, però un bravo autore sa che c’è anche bisogno di leggerezza, perciò Tommasi talvolta interrompe le catene deduttive e i raffinati sillogismi per rievocare e descrivere qualche episodio relativo all’infanzia delle proprie figlie. Lettori, è il momento di armarvi di fazzoletti. No, non per asciugare le lacrime di commozione, cosa avete capito?
Preparatevi a uno tsunami di… cacca! Sì, avete letto bene. Proprio quella parola, “cacca”.
Il nostro, chissà per quale motivo, ne sembra ossessionato, anche più di Gianni Morandi:
Però riesco ancora a dire che la vostra cacca di bimbette ha sempre puzzato in maniera invereconda. […] Quando vi cambiavo il pannolino quei batuffolini non erano per niente piacevoli. E me li sono immaginati nel minestrone.
Caterina ha quattro anni e le piace il sedere sporco. O meglio: non le interessa avere il sedere sporco. Lei fa la cacca e si tira su i pantaloni, in un gesto automatico e consequenziale.
«Ma non per le bambine con la merda intramezzo al culo», avevo provato a spiegare all’hostess […]. Ed è così che concludemmo la terza cacca nel giro di due ore di volo. E poi non hai ricacato più per due giorni […].
Vien voglia di mettere questi versetti sublimi in un canto gregoriano, non è vero?
Carta (anti)igienica
Degna di menzione è anche l’eccelsa capacità di Tommasi di contribuire allo spreco di carta e all’abbattimento delle foreste. Un esempio del buon uso che il nostro fa della carta è questo brano, in cui, con la saggezza del grande vecchio, ci ricorda tutte, ma proprio tutte le cose che si possono fare in un bar (con particolare attenzione per il bagno):
Pensate, bambine mie, quante cose si possono fare in un bar. Ci si può entrare per fare una rapina, per fare sesso nel bagno, per nascondersi nel bagno, per lasciare il proprio numero di telefono scritto sulla parete del bagno; […] In un bar si può entrare per giocare a carte […]. In un bar si può entrare per salutare il barista o la barista […]. In un bar si può entrare per lasciare un portafoglio […]. In un bar si può entrare per comprare una bottiglietta d’acqua […]. In un bar si può entrare per chiedere lavoro […]. In un bar si può andare per trovarsi con gli amici […].
Siamo sinceri, Tommasi in questo libro si comporta davvero come l’utente medio di Facebook. Scrive impressioni superficiali e approssimative sui temi di attualità più caldi, non si sforza di approfondire nulla, gli basta scrivere quel tanto che possa suscitare il consenso di chi lo segue. Il tutto grottescamente infarcito di battutacce, metastasi di un umorismo fecale all’ultimo stadio. E perché non gli si rinfacci di avere il braccino corto, non manca nemmeno la lagnanza nostalgica su quanto fossero belli gli anni ’80, quando non esisteva WhatsApp e si facevano le ricerche sull’enciclopedia cartacea.
Se non fosse che questa carta igienica formato parallelepipedo pretende di insegnare qualcosa a qualcuno, salvandolo dal peccato e dal male, potremmo credere di aver trovato un profilo social di bassa lega materializzatosi chissà come nella nostra quotidianità tridimensionale. Invece no, abbiamo davanti un libro, l’ennesima buona novella sull’era messianica. E proprio per dimostrare la validità del suo carisma profetico, Tommasi riporta integralmente una lettera scritta da un suo fan, guarito grazie a lui dal razzismo.
Qualità: zero; follower: migliaia
D’altra parte, e questa è la nota seria e dolente, Tommasi stesso ammette con candore di essere stato notato e contattato dalla casa editrice proprio per i suoi post su Facebook e non per le sue spiccate doti di scrittore.
La strategia è chiara: individuare un personaggio privo di ogni qualità ma con un largo seguito, proporgli di scrivere un libro, aspettare che tale libro sia acquistato da un pubblico di lettori (cioè di consumatori) già pronto. E appunto, non è successo questo? Benché Tommasi creda di essere l’Atticus Finch italiano, per aver sfoderato le più pietose banalità sulla società odierna, il suo libro non è altro che il triste prodotto di quell’operazione di marketing pusillanime che ha creato anche la biografia di Fabrizio Corona, quella di Giulia De Lellis e naturalmente Fuoco è tutto ciò che siamo. Ma siamo poi proprio sicuri che il pubblico sia pronto a trangugiare ogni pastone che gli viene propinato?
Nonostante tutto, il libro ha un pregio. Se per disgrazia soffrite di clostridium difficile e necessitate con urgenza di un trapianto fecale, Siate ribelli, praticate gentilezza vi salverà la vita.
Ma io vi auguro di conservarvi sempre in buona salute, in modo che ogni vostra (altra) lettura sia… una buona lettura!
Un autore molto particolare, mi piacerebbe recuperare il libro. Mentre la tua recensione come sempre è chiara e interessante.
Ho letto con molto interesse e anche divertimento la tuacrecensione….un autore davvero molto particolare….