Paradiso vista Inferno – Chiara Frugoni

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IL GIUDIZIO:

frugoni paradiso inferno arte

Come inculcare nelle menti un programma di governo non potendo continuare a ripetere concetti e messaggi? Attraverso una voce che non svanisce: i meravigliosi affreschi, specchio nel quale gli astanti identificavano sé stessi nel loro doppio figurato.

Chi ha detto tirannide?

Siena, 1338: la città è governata dal Consiglio dei Nove, così chiamato per via del numero di magistrati che ne facevano parte, tutti esponenti della borghesia guelfa senese. Il Consiglio dei Nove è solo uno dei tanti governi che nel Medioevo si instaurarono nei Comuni italiani, questi ultimi espressione dell’intraprendenza e del desiderio di autonomia della florida penisola.
L’Italia pullulava di molte piccole realtà, tanto vigorose quanto fragili: rivolte, complotti e congiure atte a rovesciare il regime di turno, erano all’ordine del giorno, e Siena non faceva eccezione.

paradiso vista inferno dettaglio affreschi lorenzetti

Gli affreschi non sono pure e semplici decorazioni, veicolano un messaggio: può più l’immagine, della parola.

In particolare i Nove si trovarono a doversi difendere dall’accusa di “chiusura politica” e di riservare il potere a pochi, escludendo così una larga fetta della popolazione; fatto che rendeva agli occhi di molti il governo dei Nove simile a una tirannide, e quindi a tutto ciò che i Comuni Italiani rifiutavano.

Manifesto

È solo conoscendo queste premesse, che Chiara Frugoni analizza minuziosamente con uno stile sempre frizzante e vivace, che si può realmente comprendere il significato del ciclo di affreschi di Lorenzetti: non una semplice decorazione, né una banale contrapposizione tra democrazia e tirannide, bensì un manifesto politico. La lungimiranza dei Nove sta nel comprendere l’aleatorietà delle parole, contrapposta alla forza espressiva delle immagini, durature nel tempo e facilmente raggiungibili da qualunque membro di qualsiasi ceto sociale.

Nasce così Il Buono e il Cattivo governo: da un lato abbiamo la rappresentazione di una città in rovina, povera, stremata, governata da un tiranno, dall’altra c’è una Siena prospera e sicura (proprio sul tema della sicurezza, che era tutt’altro che scontata nel Medioevo, e sulla sua importanza, insisterà molto l’autrice), dove vengono rappresentati in maniera assolutamente innovativa semplici cittadini e contadini, laboriosi e cooperativi per migliorare la propria città.

Per la prima volta, infatti, i membri dei ceti più bassi hanno un ruolo attivo nell’iconografia, ed è molto evidente la difesa attuata dai Nove: come era possibile accusarli di tirannia, se consideravano gli umili commercianti e contadini tanto importanti da introdurli nell’affresco?

Torniamo nel passato

La nostra autrice, dopo aver analizzato il contesto storico e politico in cui gli affreschi di Lorenzetti si inseriscono, ne spiega al lettore tutti i significati, sul perché la figura del calzolaio è così ricorrente, o perché la campagna rigogliosa è attraversata da così tanti corsi d’acqua.
Attraversando i vicoletti disegnati con minuzia da Lorenzetti, abbiamo la possibilità di calarci nella Siena medievale, camminando per le strade tra commercianti e fanciulle danzanti, e alzando lo sguardo verso le finestre degli edifici aggettanti alla piazza, da dove donne e bambini ci scrutano incuriositi.

Chiara Frugoni fornisce ai suoi lettori la possibilità di osservare tutti gli infiniti e sbalorditivi particolari dell’affresco in maniera estremamente dettagliata, come non sarebbe possibile nemmeno guardandolo dal vivo, grazie alle numerose foto ad alta definizione. A ciò si aggiunge l’immensa mole di informazioni sullo stile di vita senese (ma non solo) medievale.

Ieri così, oggi…

Ad arricchire il già preziosissimo libro, sono gli spunti di riflessione che questo offre: la manipolazione delle immagini e dei “media” per acquietare il popolo, e la promozione di un manifesto politico che promette più di quanto possa mantenere, sono temi intramontabili che accompagnano ogni periodo storico.

È così che Paradiso vista Inferno smette di essere uno strumento di erudizione fine a se stessa, ma diventa un monito a non farsi ingannare dalla propaganda, di qualsiasi tipo, traendo lezione dal passato.

Lettura consigliatissima!

Sara

Ciao! Sono la fondatrice del blog letterario "Il pesciolino d'argento", amo profondamente i libri, l'arte e la cultura in generale.

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