Il profumo – Patrick Süskind
Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell’apparenza, del sentimento e della volontà. Non si può rifiutare la forza di persuasione del profumo, essa penetra in noi come l’aria che respiriamo penetra nei nostri polmoni, ci riempie, ci domina totalmente, non c’è modo di opporvisi.
Il naso è la porta del cuore
In genere, se si pensa al senso meno utile, quello di cui si potrebbe anche fare a meno, si pensa all’olfatto: di primo acchito, non sembra essere determinante quanto la vista o l’udito. Durante l’evoluzione umana l’olfatto ha perso via via importanza favorendo altri sensi, e anche la sensibilità artistica si è sviluppata per assecondare il piacere di occhi e orecchie, con quadri e concerti, mostre e sinfonie. Il profumo raramente viene percepito come un’opera d’arte, ma come un vezzo da donne vanitose, e non perché non si comprenda il lavoro che c’è dietro alla creazione di un profumo… ma perché non si comprende il profumo stesso: un buon odore, niente di più.
Ma l’olfatto, anche se indebolito, è indissolubilmente legato alla parte di noi più selvatica e animalesca, e a questa parla, sebbene sia annichilita dalla razionalità. Così il profumo di ragù ci riporta a casa di quella nonna che la domenica si dava un gran da fare per il pranzo in famiglia; così un bagnoschiuma fa riaffiorare ricordi di un periodo di vita che avevamo dimenticato; così, insomma, un odore può scatenare emozioni violente come la commozione, il rimpianto, ma anche il ribrezzo e la repulsione. Gli odori penetrano nel nostro corpo, e da lì dominano la nostra emotività, sono parte essenziale dell’anima (dal greco ànemos, “soffio”, “respiro”).
Prendere per il naso
E allora è giusto ciò che dice l’autore, “colui che domina gli odori, domina il cuore degli uomini”, proprio perché li afferra lì dove gli uomini non hanno lo scudo della razionalità e del pensiero, lì dove non solo sono più animaleschi, ma anche, e quasi paradossalmente, più vulnerabili. Questo è il dono, il potere concesso a Jean-Baptiste Grenouille, un ragazzo nato e cresciuto nei peggiori e maleodoranti bassifondi di Parigi, che riesce a percepire con il suo formidabile naso non solo i più vanescenti odori floreali e corporei, ma avverte perfino l’odore del vetro, dei sassi, delle monete. Può muoversi nel buio più assoluto perché i suoi veri occhi sono le narici, e grazie a queste vede più lontano dell’orizzonte, più simile a un veggente che a un uomo comune.
Ma al dono si accompagna, come di tradizione, la sventura: sì, Grenouille sente ogni minimo odore di ogni minima cosa, ma non ne possiede uno proprio. Grenouille non odora, non profuma né puzza, e ciò lo rende estraneo e odioso alle persone: è come se Grenouille fosse nato privo di un’anima, e le persone avvertissero il gelo del suo cuore attraverso il naso. Perciò il protagonista cerca di crearsi un odore, un’anima che possa indurre gli altri ad amarlo: ma non si accontenta della mediocrità, di essere semplicemente accettato o benvoluto. Grenouille vuole essere amato profondamente, e disperatamente. E per farlo cercherà le fragranze più rare, più preziose, che segneranno la sua condanna.
Fiaba nera
Süskind ci racconta questa storia oscura, e a tratti macabra, con uno stile fiabesco, che rende l’incipit uno dei più belli ed evocativi che abbia mai letto. La narrazione scorre fluida, intervallata da riflessioni profonde, e da minuziose descrizioni dell’arte artigiana della profumeria, che non annoiano il lettore, anzi lo avvolgono e lo avvincono alla storia. Il profumo è un autentico gioiello, sia per quanto riguarda l’originalità della trama, sia per la raffinatezza dello stile e delle riflessioni che l’autore ci comunica. Non può mancare nella vostra libreria.
Buona lettura!
Ottima recensione di un libro che ormai è un classico contemporaneo
Bellissima recensione,elegante e professionale.Bravissima!
Bell’articolo!