Follia – Patrick McGrath
Mentre Pam la accompagnava fino alla sala comune Stella fissava con sgomento, da sotto le palpebre appesantite, le povere creature che si trascinavano lungo il corridoio, donne piegate dal dolore, con la testa china, che abitavano altri mondi, mondi infernali da cui erano incapaci di distogliere lo sguardo. Nessuna rispondeva agli allegri saluti di Pam.
Emulazione originale
Una Madame Bovary rivista in chiave psicologica, una Anna Karenina i cui sentimenti vengono sviscerati e analizzati con “uno sguardo da entomologo“, come dice Patrick McGrath: questo si è detto di Follia. Ma a mio parere, è anche qualcosa di più e va oltre la mera emulazione.
La protagonista è Stella, in tutto e per tutto simile a quelle figure letterarie femminili a cui Flaubert e Tolstoj ci hanno abituato: non solo è una donna bellissima, ma è anche molto fortunata, in quanto sposata a un uomo con una prestigiosa posizione sociale (nella fattispecie, Stella è sposata a un ambizioso psichiatra, che sta per ottenere una promozione sul lavoro). Ma dietro quella coltre di perfezione, quell’apparenza di benessere, quegli strati di trucco, profumo e seta, palpita uno spirito passionale e feroce. Stella, sedata dalla noia e dalla monotonia, rinasce alla vita in seguito al contatto con Edgar, un affascinante e virile artista: paziente, però, dell’ospedale psichiatrico in cui lavora il marito di Stella. La passione sfrenata e la soddisfazione erotica trascineranno via Stella dal suo calmo e piatto matrimonio, e finirà per odiare il marito e ogni cosa che nel tempo ha condiviso con lui.
Figliolo, vieni che ti stringo forte
Qui entra in gioco un tema molto interessante, ovvero quello della maternità. Stella infatti non è solo moglie, ma anche madre: quando una donna decide di tagliare ogni legame con il passato, di liberarsi da tutte le persone che l’hanno condizionata e repressa, come muta il suo rapporto con il figlio, che di quel passato fa parte? McGrath si concentra molto su questo aspetto, mostrando come anche in un rapporto tenero e affettuoso come quello tra madre e figlio possa insinuarsi il seme della crudeltà. Il mito di Medea aleggia tra le pagine di questo libro, mostrandoci la versione della moglie infedele, della madre degenere; una versione che è fondamentale per comprendere come spesso la carnefice sia ella stessa vittima di forze superiori alla propria volontà.
Concludendo, non sarebbe giusto definire Follia come un Madame Bovary moderno, in quanto la passione amorosa e il desiderio di evasione vengono trattati in maniera inedita e assolutamente originale.
Lo consiglio senza riserve, buona lettura!