Ernesto – Umberto Saba

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IL GIUDIZIO:

ernesto umberto saba

Due ragazzi che, sulle scale del loro maestro di violino, s’intrattengono a parlare dei loro studi, e si stringono, congedandosi, la mano, sarebbe parso, a chiunque l’avesse osservato, un fatto banale della vita d’ogni ora. Invece – per la particolare costellazione sotto cui nacque, e per le sue conseguenze remote – era (ogni altra considerazione a parte) un avvenimento raro, quale può prodursi, sì e no, una volta sola in un secolo e in un solo paese.

Crisi di maternità

Ernesto è l’ultimo scritto di Saba, quello che conserva le impressioni del poeta chiuso in una clinica romana, nel 1953. Saba, ormai al tramonto dell’esistenza, ripercorre la sua vita, e in quella che lui definisce una “crisi di maternità”, partorisce grazie al suo intelletto un mascalzoncello dal cuore d’oro: Ernesto.

Questi è un sedicenne, un ragazzino che non si è congedato del tutto dalla sua infanzia, che al momento di andare a letto sente ancora il bisogno di cantarsi la “ninna nanna” da solo, e che si accinge a entrare nel mondo degli adulti. In particolare, questa è la storia della sua iniziazione sessuale e sentimentale, e di tutto ciò che rende un fanciullo un “uomo”.

Pulizia e delicatezza

Saba è il poeta della dolcezza e mitezza, della semplicità e della bellezza non artificiosa: il sesso, in particolar modo quello omosessuale, acquisisce nel suo romanzo una naturalezza e una spontaneità tali da non far scadere mai la narrazione nella scabrosità e nell’impudicizia. Ernesto, giovane ingenuo ed eternamente alla ricerca di affetto e attenzioni, trova la figura paterna che non ha mai avuto in un bracciante molto più grande di lui, e finisce per “confondere” – essendo ancora a cavallo tra il mondo dei bambini e quello dei grandi – l’infantile rapporto tra padre e figlio, con quello amoroso tra due uomini maturi. Eppure il sesso fra i due non appare mai “sporco” o sbagliato; così la penna di Saba monda il pensiero dei lettori maliziosi.

La trama prosegue poi con il susseguirsi di altre nuove prime esperienze per Ernesto: la prima rasatura, la prima volta con una donna, il rammarico di aver perduto l’innocenza, e, infine, il primo amore (o un sentimento che molto gli rassomiglia) per un amico.
Qui il romanzo, ahimè, si interrompe. Il vero motivo per il quale Saba decide di non continuare probabilmente giace con egli stesso, ma si può tentare di indovinarlo: Ernesto è il naturale proseguimento e sviluppo delle tematiche già presentate in maniera più vaga ne Il Canzoniere. Maria Antonietta Grignani, che ha curato l’introduzione nell’edizione Einaudi, ha messo in evidenza come molti brani del romanzo ricordino altri componimenti dell’autore. Approfondirli, rendere manifeste cose prima solo alluse, avrebbe “rovinato” la precedente produzione poetica di Saba: egli scrive infatti alla figlia: «Ernesto deve restare un libretto, se no quel mascalzone mi ammazza Il Canzoniere».

Ops, forse ho detto troppo…

Ma, forse, questo non è che un alibi per non svelare così tanto di sé stesso in tempi in cui non sarebbe stato né capito né apprezzato. Infatti, come è noto, anche Saba ebbe delle esperienze di natura omosessuale in gioventù, e per questo Ernesto può considerarsi una storia autobiografica. Rivelare dunque così tanto della propria intimità, e dare il tutto in pasto a un pubblico di lettori che, a quel tempo, era molto impressionabile e facile allo scandalo, avrebbe potuto essere un passo pericoloso. Oltretutto l’autobiografia necessita di uno sguardo attento nei propri confronti, perfino impietoso, e ciò può portare a un’incredibile sofferenza, specialmente per uomini come Saba dal passato difficile, causa di nevrosi.

Ernesto è perciò un romanzo incompiuto, ma che è senz’altro meritevole di essere letto: nelle sue poche pagine si condensa un miscuglio intrigante e sconvolgente di purezza e dolore, tipici della tenera fanciullezza che va incontro impreparata al mondo degli adulti, e, seppur da questo ferita, lo ingentilisce e migliora.

Bello da commuoversi.

Sara

Ciao! Sono la fondatrice del blog letterario "Il pesciolino d'argento", amo profondamente i libri, l'arte e la cultura in generale.

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