Donne, madonne, mercanti e cavalieri – Alessandro Barbero
L’appello alla ragione per la gente di quell’epoca era un argomento ricorrente, abituale. Non è un’epoca oscura da questo punto di vista, il Medioevo. La ragione è un ideale sempre tenuto in considerazione, anche perché secondo questa gente la ragione l’ha data Dio, e sono tutti convinti, a parole, che le passioni dovrebbero essere sottomesse alla ragione. In pratica, però, si scopre che gli uomini non sono capaci di essere razionali e di essere ragionevoli.
È Alessandro Barbero, ragazzi…
Oggi consiglio un libro di saggistica, Donne, madonne, mercanti e cavalieri del noto professore di storia medievale Alessandro Barbero, adatto a chi è amante del Medioevo, ma soprattutto a chi non lo è, perché potrebbe ricredersi. Sebbene sia un saggio, lo stile è molto leggero e fluente, e sembra davvero di leggere un romanzo; il tema è la vita di sei personaggi di sesso e rango diverso nel Medioevo: abbiamo un frate, un cavaliere, la figlia di un mercante, e così via.
I personaggi femminili in particolare sono avvincenti: è sicuramente vero che a quell’epoca una donna non avesse possibilità di intraprendere facilmente una carriera come oggi, e che vi fossero molti pregiudizi sul sesso femminile, ma è anche vero che il talento veniva considerato un dono di Dio, e chiunque ne fosse portatore veniva stimato, come succede per Cristina Pizzano, la prima autentica scrittrice di bestseller della storia!
“Ehi papa, non mi è mica andato giù…”
Un’altra cosa che colpisce è il rapporto che i sudditi hanno con gli uomini di potere: oggi, a nessuno verrebbe in mente di mandare delle lettere al papa per dirgli come comportarsi, cosa che invece nel Medioevo succede. In realtà il formalismo, la burocrazia, e tutta l’ipocrisia che ne deriva, sono invenzioni di tempi successivi, del tanto osannato Illuminismo, nel Medioevo i potenti ascoltavano il parere di uomini (e donne) in gamba, che venivano anche invitati a corte, proprio perché, come dicevo prima, Dio può rivelarsi anche sotto le spoglie di un misero contadino: è così che Giovanna D’Arco, di umili origini, riesce a parlare direttamente con il Delfino di Francia, e per questo siamo paradossalmente più lontani noi dal presidente della Repubblica che i sudditi medievali dal loro re, quasi come se, morto Dio (come diceva Nietzsche), avessimo perso fiducia nel talento e nella meritocrazia, lasciando spazio solo a raccomandazioni ed inutili salamelecchi.
Buona lettura!